Mi chiamo Luciano aka Jericho, 24 anni, 11 stagioni spese nel mondo di BB. Voglio prendermi la responsabilità di essere il nuovo coach del nostro NT, per respingere la feroce sfida delle nazioni emergenti, e riprendere stabilmente il posto che l’Italia merita, tra le prime quattro al mondo. Lo possiamo fare, perché abbiamo la base, il talento, l’esperienza, la passione, che nessun altro può eguagliare. Ci manca solo un ingrediente fondamentale: un approccio nuovo, che ci permetta di mettere in campo quella immensa potenza inespressa che abbiamo.
Questo approccio è per me un’organizzazione del tutto diversa, innovativa su questa scala, ma che ho già apprezzato altrove, nella quale trovino il giusto posto i manager con grande (immensa?) esperienza, e gli emergenti con tanta passione e voglia di imparare. Servono tutti, perché solo facendo crescere la comunità ampliando la base comune su cui lavoriamo possiamo raggiungere i nostri obiettivi: crescere, divertirci, e ovviamente vincere.
BB oggi
Non basta più agire “come al solito”. BB è cambiato. I talenti sono cresciuti per tutti. Tanti ne abbiamo cresciuti anche noi. Ora non solo dobbiamo temere Cina, Francia, Spagna, Lituania, Lettonia, Estonia e Germania, ma anche Svizzera, Argentina, Croazia, Polonia, Ungheria, e non solo, perché il pic facile è spesso punito.
Abbiamo un punto di partenza che pochi hanno: una squadra competitiva, una base enorme, tanta esperienza, passione, competenza nei nostri manager. Molti di noi sono andati in giro per il mondo a fare esperienza, a sviluppare nazionali che altrimenti non sarebbero mai cresciute (non così!), tornando con idee nuove ed entusiasmo. Io sono uno di quelli, ho gestito nazionaline, cresciuto talenti (incluso il mio Artese), fatto parte di staff.
“Come al solito”...si perde!
Per quanto un coach si dedichi anima e corpo, è uno, ha un suo profilo, ha i suoi limiti, ha dei limiti di tempo e modo. Questo limite si vede in molte cose: lo sviluppo dei 22 e dei 23 enni, l’utilizzo dei pollai, la crescita complessa e discontinua di talenti che scalzino i titolari attuali, solo per fare esempi. Così facendo, stiamo perdendo progressivamente posizioni e vantaggio.
Allora cambiamo
Il mio sogno è una comunità che, in poche stagioni, abbia fatto un grande salto di qualità in termini di maturità media, con competenze ed esperienze che si son diffuse più rapidamente di quanto accada oggi. In cui ogni talento sia sfruttato al meglio. In cui potenziali pollai siano sistematicamente sfruttati. In cui ogni giocatore ad alto potenziale possa essere spremuto al massimo. Non è un lavoro per un “uomo solo”, né per le organizzazioni universalmente adottate oggi. Serve un modello nuovo, ad alta specializzazione. In U21 un “nano” può essere un po’ più guardia o un po’ più play, ma già a 21 anni il suo profilo viene caratterizzato, e da allora in avanti deve crescere nel suo ruolo, o non sarà utile alla nazionale.
Le novità
Riformerò radicalmente il sistema di scout: niente più giocatori che mai vestiranno la maglia azzura, niente più talenti dispersi. I più esperti avranno il compito di indirizzare con precisione lo sviluppo di giocatori per 2-3 stagioni, i più giovani del gioco potranno e dovranno lavorare con i primi, apprendendo i “segreti” dell’allenamento del ruolo e seguendo individualmente i talenti.