Per carità, non nego che anche gli italiani il più delle volte facciano come pare a loro, ma in genere c'è maggiore possibilità di dialogo (non per la lingua). Il caso del già citato Muccioli: il manager è partito subito con "ok, ma faccio come voglio io" e così anche per un altro manager tedesco per un altro potenziale MVP. Mentre, sempre per rimanere ai miei scoutati, c'era Casciola, la scorsa stagione nel giro della u21, ma a 19 anni è stato venduto dal suo proprietario (NdR si era già mobilitato per farlo comprare a gianloco su utopia mi pare, ma alla fine offrì un manager italiano e quindi gli fu lasciato). All'inizio era un po' restio perché si era già fatto i suoi programmi, ma quando gli abbiamo spiegato l'idea di crescita ne è rimasto entusiasta.
Lo stesso fenomeno mi è capitato anche quando ero coach dell'Azerbaijan U21, e cioè i manager locali si rendevano disponibili a seguire quelle che erano le mie idee. Per i giocatori in mano a coach non azeri (pure qualche italiano) non c'era verso, forse anche spinti dall'idea che sarebbe bastato poco per fare arrivare il proprio giocatore in u21.
Poi per carità, è ovvio che non succeda sempre così, che ci sia il non italiano disponibile e l'italiano menefreghista (anzi di quest'ultimi ce ne sono comunque molti), ma onestamente con gli stranieri come scout non ho mai avuto una gran collaborazione.
(D'altra parte non intendo dire che la soluzione sarebbe far finire i giocatori più interessanti in mani italiane, ma in mani fidate)
Last edited by Utios (ITA U21 Scout) at 2/23/2018 2:27:04 AM